IN TRENO, TANTE STORIE E TANTE EMOZIONI
Ore 16,30 di mercoledì 2 gennaio 2013
Sono alla Stazione Centrale di Milano per prendere il treno
con destinazione Udine, per un incontro di lavoro. Rifletto sui miei viaggi in
treno, che in questo periodo sono abbastanza frequenti, e mi viene da pensare
che spesso si tende a considerare il viaggio come un tempo morto e stressante.
Per me è invece un momento di pausa, che mi porta lontano dallo stress della
quotidianità e dagli affanni professionali,
un momento di riflessione dove idee e progetti prendono corpo.
Il treno permette di osservare luoghi e paesaggi molto
diversi e interessanti, scenari naturali e paesaggi urbani, stazioni di altri
paesi. Spesso lo sguardo resta
concentrato su ciò che vede oltre il finestrino, abbandonando così tutti i buoni
propositi di studiare, lavorare o altro.
Salire su un treno è anche una full immersion antropologica
senza pari, un’esperienza che permette di scoprire storie e mondi diversi dei
compagni di viaggio.
Il lieve dondolio del vagone mi procura un leggero torpore,
le mie palpebre si chiudono lentamente, l’assopimento prende il sopravvento, la
testa mi cade sul guanciale del sedile. Il mio lieve sonnecchiare viene
interrotto dagli scossoni che il vagone subisce sulle rotaie: siamo quasi
arrivati a Mestre, stazione di cambio per la mia destinazione, Udine.
Tra tutti i mezzi di trasporto quello che prediligo è senza
dubbio il treno, luogo dove ci si perde e ci si ritrova, oltre che una
fonte inesauribile di situazioni e storie da raccontare.
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